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coaching

Ho iniziato a lavorare come coach ormai molti anni fa, quando in Italia si iniziava a parlarne con maggior insistenza. Allora fui preparato da un esperto psicologo delle organizzazioni che operava professionalmente come coach e counselor da alcuni anni, soprattutto in ambito militare.

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Accumulando esperienza, mi sono reso conto di avere sviluppato uno stile diverso da quello del coaching che ormai si potrebbe definire canonico. Ho quindi seguito un master riconosciuto dall'ICF (International Coach Federation), presso la prestigiosa scuola romana di Flaminia Fazi, per perfezionare la mia preparazione. Così oggi ho la possibilità di offrire alle persone con cui lavoro un supporto integrato. Il mio compito come coach è quello indurre il coachee a trovare in sé le risorse necessarie a raggiungere i suoi obiettivi, come prescritto dalla teoria del coaching. Posso però concordare con lui anche momenti di affiancamento, sul modello del mentoring, mettendo momentaneamente "tra parentesi" la relazione di coaching in senso proprio, per mettere a sua disposizione la mia esperienza professionale specifica, aiutandolo a orientarsi tra gli strumenti e ad applicare in modo più rapido ed efficace un metodo.

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Ho sempre tratto conforto dalla misura sul campo degli effetti del mio lavoro. Le persone ne hanno tratto giovamento e con alcune di esse continuo a essere in contatto a distanza di diversi anni. 

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Oltre ad adoperarmi per conseguire la certificazione ACC (Associate Certified Coach),  ho continuato a studiare per mio conto, arrivando a scoprire che il mio approccio complessivamente somiglia molto a quello suggerito da Edgar H. Schein, il celebrato esperto di culture d’impresa e padre dell’approccio consulenziale detto humble consulting.

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La consulenza umile, dove l’aggettivo va inteso come contrario di “presuntuosa” (unpresuming), si basa sul presupposto che la complessità dei problemi richiede al consulente, ma anche al coach, di porsi in una relazione di aiuto, basata sull’ascolto, sull’empatia e, soprattutto, sulla curiosità.

 

Il coach aiuta il coachee a decidere di attuare delle mosse adattive e a valutarne le conseguenze, in un processo di progressiva congiunta comprensione del sistema affetto dal problema.

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